HUMCore

International day against trafficking in human beings

Humanitarian Corridors are a legal way to save lives

Established in 2013 by the United Nations General Assembly, the International day against trafficking in human beings aims to raise global awareness of the issue of human trafficking, which in Europe is mostly associated with the phenomenon of migration to the European shores of the Mediterranean. Migrations, which have grown up after the period of the so-called “Arab Springs,” has seen the gradual emergence of criminal organizations managing the traffick of human beings leaving for Europe, often aboard makeshift boats.

Within this context, Humanitarian Corridors came into being a response to the need of the many individuals who, according to international conventions and by their state of vulnerability, could be legally received in Europe and be entitled to humanitarian protection, but have no other way than to risk death across the Mediterranean Sea. Humanitarian Corridors allow beneficiaries to directly apply in the country in which they have taken refuge (the “third country”), where they are selected by Sant’Egidio staff; following a number of interviews about the program and the future path of integration (which includes language study and attendance of training courses), they are enrouted to Europe.

The Humanitarian Corridors project, therefore, relying on personal knowledge and a personal path to integration, has reduced secondary movements, because the beneficiaries, after a safe trip, are immediately integrated thanks to the community network of Sant’Egidio and other NGOs. This is particularly important because if not immediately integrated through language skills and job placement, migrants can fall prey to criminal organizations that perpetuate human trafficking, exploiting them in criminal activities.

To implement humanitarian corridors, the Community of Sant’Egidio works with government authorities, international organizations and other associations, ensuring adequate assistance to refugees and helping them rebuild their lives in a safe and dignified environment. The goal is to turn the Humanitarian Corridors – already recognised as a “best practice” by the EU – in an effective and formalised policy. So that fewer and fewer people are victims of international human trafficking, but can see the dream of a new life realized.

 


 

Istituita nel 2013 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la giornata internazionale contro la tratta di esseri umani mira a sensibilizzare la popolazione mondiale sul tema del traffico di esseri umani, che in Europa è per lo più associata al fenomeno della migrazione verso le coste europee del Mediterraneo. Il fenomeno migratorio, infatti, cresciuto dal periodo delle cosiddette “primavere arabe” ha visto progressivamente affermarsi organizzazioni criminali che hanno cominciato a gestire il traffico di esseri umani in partenza verso l’Europa, spesso a bordo di natanti di fortuna.

In questo contesto, i corridoi umanitari sono nati per rispondere all’esigenza di tante persone che, in base alle convenzioni internazionali ed in virtù della condizione di vulnerabilità potrebbero essere legalmente accolte in Europa ed avere diritto alla protezione umanitaria, ma non hanno altro modo per far dimostrarlo se non rischiare la morte attraverso il Mediterraneo. I corridoi umanitari, invece, permettono ai beneficiari di presentare la loro domanda direttamente nel paese nel quale si sono rifugiati (il “paese terzo”), dove sono selezionati dal personale di Sant’Egidio in seguito a vari colloqui durante i quali sono informati sul programma e sul percorso di integrazione (che include lo studio della lingua e la frequenza di formazione) che dovranno affrontare una volta in Europa. Il progetto dei Corridoi Umanitari, pertanto, basandosi sulla conoscenza personale e su di un percorso di integrazione, ha ridotto i c.d. movimenti secondari, proprio perchè i beneficiari, una volta arrivati in Italia a bordo di un volo aereo, sono da subito integrati grazie alla rete comunitaria messa a disposizione da Sant’Egidio e altre ONG. Questo aspetto è particolarmente importante anche per il fatto che, una volta arrivati via mare, se non integrati subito attraverso la conoscenza della lingua e l’avviamento lavorativo, i migranti possono cadere preda di organizzazioni criminali che perpetuano il traffico di esseri umani, sfruttandoli nelle loro attività criminali.

Per realizzare i corridoi umanitari, la Comunità di Sant’Egidio collabora con autorità governative, organizzazioni internazionali e altre associazioni, garantendo un’assistenza adeguata ai rifugiati e aiutandoli a ricostruire le loro vite in un ambiente sicuro e dignitoso. L’obiettivo è rendere i corridoi umanitari, che sono già stati definiti una “best practice” dall’Unione Europea, una pratica implementata e realizzata dalla stessa UE, garantendo un’accoglienza diffusa in tutta Europa. Perchè sempre meno persone cadano vittima della tratta internazionale di esseri umani, ma possano vedere realizzato il sogno di una nuova vita.